11 Set Lettera della campagna al nuovo Ministro della Salute, Roberto Speranza
Gentile Ministro Roberto Speranza,
Le scriviamo in qualità di portavoce della Campagna nazionale …e tu slegalo subito per l’abolizione della contenzione, presentata a Roma nel gennaio 2016 da trenta primi firmatari, rappresentanti di associazioni delle salute mentale e diritti umani.
Innanzitutto ci congratuliamo della Sua nomina a Ministro della Salute e Le auguriamo un proficuo lavoro.
Ci rivolgiamo a Lei per chiederLe un sollecito incontro di presentazione della Campagna. La contenzione meccanica, ovvero la pratica di legare al letto o immobilizzare una persona in cura attraverso l’utilizzo di mezzi meccanici, è pratica, spesso sommersa, ancora diffusamente utilizzata nei confronti dei pazienti psichiatrici, ma anche di anziani, minori e persone con disabilità, istituzionalizzati in strutture socio sanitarie. Non sono disponibili dati ufficiali riguardo a questa. Va peraltro evidenziato che esistono circa 30 servizi psichiatrici ospedalieri che non fanno ricorso alla contenzione, come strutture protette per anziani che sono riuscite ad abolirla. La contenzione è dunque evitabile, operando nel solco della Costituzione e della Legge 180/78.
Ricordiamo che il Comitato Nazionale di Bioetica, nel parere del 2015, si è espresso per il superamento della contenzione nei confronti delle persone con problemi di salute mentale e degli anziani, anche nel rispetto della Convenzione dell’ONU sui diritti delle persone con disabilitata del 2006, ratificata nelle Legge 18 del 2009 dal Governo italiano. E nel settembre 2018, il Consiglio delle Nazioni Unite sui Diritti Umani, nel rapporto annuale, ha condannato i trattamenti psichiatrici coercitivi e chiesto agli Stati aderenti il superamento delle pratiche contenitive.
Di contro ancora in Italia si muore di contenzione. Tre morti di cui siamo a conoscenza nell’ultimo anno nei Servizi psichiatrici ospedalieri, gli SPDC. Lo scorso mese, il 13 agosto, la morte drammatica di una giovane donna di 19 anni, Elena Casetto, ricoverata nel reparto di Psichiatria dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, contenuta e trovata carbonizzata in un incendio divampato nel reparto, forse partito dalla sua stanza. Il 23 dicembre 2018 moriva contenuto nel SPDC N.1 dell’Ospedale S.S. Trinità di Cagliari Agostino Pipia, di 45 anni. Il 3 settembre 2018 nel SPDC dell’Ospedale Santissima Annunziata di Sassari moriva il giovane Paolo Agri di 30 anni, legato mani e piedi da più giorni.
Mentre le indagini giudiziarie avviate dopo queste morti seguono il loro corso, la Campagna chiede al Governo e alle Regioni un urgente e significativo impegno per il superamento di questa pratica, inumana e degradante, per chi la subisce ma anche per chi la fa.
Certi della Sua attenzione e disponibilità, rimanendo in attesa di un Suo riscontro, La salutiamo
Giovanna Del Giudice, presidente di Conferenza Basaglia
Valentina Calderone, direttrice di A Buon Diritto Onlus